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8 dicembre 2024
CAPPELLA BAGLIONI (sec. XVI)
Il complesso monumentale della ex chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo custodisce al suo interno la Cappella Baglioni (sec. XVI), costruita per celebrare la famiglia e per accogliere nella cripta sepolcrale le loro spoglie. Alberto Baglioni dettò le sue ultime volontà testamentarie il 22 novembre 1582, impegnando con tale atto i figli, Pirro II e Federico, a ultimare i lavori da lui iniziati e a seppellirlo nella cripta sottostante. I figli rispettarono la volontà paterna e incaricarono gli architetti Troiano e Giovan Battista Schiratti, presenti in Sipicciano nell’ultimo decennio di quel secolo. I lavori durarono probabilmente fino agli inizi del Seicento, quando venne posizionata sull’altare della Cappella la tela commissionata al pittore Durante Alberti da San Sepolcro, raffigurante San Francesco che riceve le stimmate, datata 1601.
La cappella, dedicata a San Francesco, interamente affrescata e decorata con fregi e stucchi, è stata edificata “a mano manca”, alla sinistra dell'altare maggiore della chiesa. La ricca presenza degli stucchi mette in risalto le singole scene, senza però impe
dire però di evidenziarne la continuità. L’esaltazione della famiglia committente è scandita dallo stemma araldico dei Baglioni, riproposto simmetricamente ai quattro angoli della volta, affiancato da motivi decorativi: serti di frutta e fiori, teste di cherubini, festoni, mascheroni, elementi a grisaille, tipici del periodo. I quattro stemmi ripartiscono la volta disegnando spazi dove gli stucchi incorniciano quattro scene di miracoli operati da San Francesco: il primo riquadro della volta, in corrispondenza dell’arco d’accesso, raffigura il miracolo della restituzione della vista a una donna nella città di Narni; il secondo riquadro rappresenta l’incontro di San Francesco con un giovane idropico, portato al suo cospetto dalla madre, inginocchiata dietro il fanciullo in atteggiamento devoto; nel terzo riquadro è rappresentato dal miracolo di San Francesco ad una donna dalle mani rattrappite; nell’ultimo riquadro è raffigurato il miracolo di San Francesco ad uno storpio, un ragazzo implorante che si sostiene a stento con la stampella. Nel riquadro centrale della volta è raffigurato uno dei momenti più significativi della religiosità francescana, l’incontro fra il Santo e la Vergine.
Particolare dei riquadri della volta: i miracoli di San Francesco e, al centro, l'incontro di San Francesco con la Madonna e il Bambino Gesù
L’affresco della parete sinistra della Cappella, che purtroppo ha perduto la policromia originale a seguito di ripetuti danni strutturali, rappresenta il miracolo della resurrezione di un moribondo e sovrasta l’ingresso alla camera sepolcrale della famiglia Baglioni, cui si può accedere attraverso una botola chiusa da una lapide di travertino sulla quale è incisa l’iscrizione “A.D. MDLXXXXI”, probabilmente data di ultimazione dei lavori della cripta.
L’affresco della parete destra della Cappella raffigura San Francesco nell’atto di abbracciare un viandante lebbroso il quale, gettati a terra il cappello e il bastone di sostegno, s’inginocchia supplicante di fronte a lui e gli fanno da cornice numerose figure che partecipano del miracolo. La narrazione delicata e suggestiva della scena è interrotta dalla presenza spavalda del giovane nobile che, di spalle e facendo mostra di sé, si interpone con l’osservatore.
Relativamente all’attribuzione degli affreschi, dopo l’ipotesi che autore delle pitture possa essere Marzio Ganassini, il quale, come ricorda il suo biografo Giovanni Baglione, “in questi lavori del fresco maneggiava assai bene i colori” e gli studi condotti da Italo Faldi sul Ganassini, che spingono lo
studioso ad attribuire al pittore romano la paternità del ciclo di affreschi della Cappella Baglioni di Sipicciano: “Ed è a quest’ultimo [Marzio Ganassini] che con assoluta certezza gli affreschi vanno ascritti sulla base di inequivocabili contrassegni stilistici: nuovo importante numero da aggiungere allo scarno catalogo dell’artista”, un recente studio comparativo sulle opere del pittore, che lo vedono spesso auto-ritratto nelle vesti dei personaggi più significativi delle scene rappresentate, a firma di Claudio Mancini e Stefania Profili, conferma l’attribuzione. In particolare, nella Cappella Baglioni, Marzio Ganassini si ritrae nell’affresco della parete destra nelle vesti del giovane nobile con il manto giallo che, posto di spalle in primo piano rispetto all’osservatore, costituisce un espediente sintetico e stilistico utile a firmare il ciclo di affreschi.