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MONUMENTO AI CADUTI (1928)

Il monumento ai caduti di Sipicciano viene realizzato nel 1928  grazie alla Filodrammatica “Carlo Goldoni” di Sipicciano impegnata, già a partire dalla fine della prima guerra mondiale, a raccogliere fondi con il ricavato delle recite sia in paese che nella provincia viterbese. A lei si uniscono il Comune prima e l’Università Agraria poi con vari contributi che permettono al Comitato promotore di coinvolgere un artista di valore come Antonio D’Antoni, scultore romano poco più che trentenne, ma artista già affermato e con un catalogo di opere prodotte di tutto rispetto, alcune delle quali presenti in collezioni private e altre esposte in luoghi pubblici. La sua attività artistica si svolge prevalentemente a Roma, seguendo gli insegnamenti di maestri quali Mangioni, Jerace e Quattrini, e coinvolto dal Comitato promotore, accetta con entusiasmo proponendo “L’Ardito”, un soldato in bronzo a grandezza naturale, vestito con la divisa militare in panno verde della prima guerra, con l’elmetto in testa, mostrando con la mano destra la Vittoria Alata.  L’Ardito sormonta un cumulo di pietre e sassi a rappresentare le alte vette dell’Italia Tridentina, triste scenario di inenarrabili scontri all’ultimo sangue.

E come era solito fare, a conclusione dell’opera, l’artista scolpi

sce il suo autografo A.D.A., sulla nuca del milite proprio sotto l’elmetto accanto all’orecchio sinistro.

Il Comune di Graffignano da poco costituito, con la partecipazione commossa di tutta la Comunità di Sipicciano, il 28 ottobre 1928 inaugura il monumento al centro della piazza del paese, con la partecipazione delle autorità locali, i promotori dell’iniziativa, il paese tutto, e l’immancabile banda musicale “Amilcare Ponchielli”.

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