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SAN NICOLA (sec. XIII)

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La chiesa situata sul colle omonimo, extra moenia, domina la valle del Tevere sottostante e le sue origini sono databili intorno ai primi anni del XIII secolo come risulta dalla cronaca della famiglia Baglioni, che la volle edificare in onore di San Nicola e affidare ad Aldebrando, frate di spiccate virtù.   Nel 1561 la Chiesa è dotata da Alberto Baglioni, signore di Sipicciano, che decide di aumentare la dote assegnandole fondi urbani e rustici per una rendita di 15 ducati annui, ottenendo da papa Pio V nel 1566 lo Jus Patronatus.

Il suo impianto iconografico si presenta oggi a navata

unica, rettangolare, terminante con un' abside semicircolare affiancata da un contrafforte che testimonia uno dei tanti interventi di consolidamento e rifacimento di cui la chiesa è stata fatta oggetto. Un secondo contrafforte è appoggiato allo spigolo posteriore della parete destra. La struttura muraria all' esterno è ancora piuttosto leggibile, permettendo l' individuazione di diverse fasi edilizie. La zona absidale presenta una muratura in conci di tufo molto regolari con ricorsi alti cm. 24-25 ed una lunghezza compresa fra i cm. 24 e i cm. 32. La copertura, completamente rifatta, ripete quella originaria a doppia falda sostenuta da capriate a vista. Le pareti laterali presentano murature piuttosto disordinate, con conci di misure diverse e numerose zeppe.

All' interno si intravedono ancora alcuni affreschi nell' abside centrale della chiesa, al centro della quale vi è una feritoia per dar luce all' interno, forse ancora quella originale.

La figura centrale, affrescata sopra la feritoia, nella volta, rappresenta la Madonna con il Bambino in braccio, attorniata da alcuni angioletti appena percettibili. Ai suoi lati troviamo due figure di santi, molto sbiadite e di difficile lettura.

Quella di sinistra rappresenta S. Nicola, a cui è dedicata la chiesa; la figura è molto sbiadita, i contorni sono ormai dissolti, ma si può ancora vedere la figura possente del santo, con in testa la tiara e vestito con i paramenti solenni tipici di Vescovo, di colore giallo. Una lunga e folta barba copre parte della stola di colore rosso.

Sulla parete di destra un'altra figura di Santo che sappiamo essere S. Egidio, venerato insieme al taumaturgo di Bari. Dell' affresco ne rimane appena una flebile ombra, che lascia intravedere un viso con barba, anch' essa folta e lunga, e la figura coperta con un saio di frate, di colore grigio.

La chiesa ormai sconsacrata, è stata acquistata alla fine del secolo scorso da privati che sono intervenuti sull'immobile con alcuni interventi di restauro.

  

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Abside

San Nicola

Madonna con il Bambino

Sant'Egidio

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