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CASTELLI DELLA TEVERINA
Mugnano - Montecalvello - Graffignano - Roccalvecce

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MUGNANO - Castello storico nato come fortilizio a difesa della valle del Tevere per trasformarsi in epoca rinascimentale, dimora signorile con l'intervento dell'architetto Baldassarre Peruzzi. La dimora conserva ambienti affrescati con un bellissimo loggiato che si affaccia sulla valle circostante. E' stata proprietà prima della famiglia Orsini, poi dei Lante della Rovere e della famiglia Barberini.  

MONTECALVELLO - Le origini del primo insediamento fortificato risalgono verosimilmente al sec. VIII al tempo del re longobardo Desiderio, risultando poi fortilizio della città di Viterbo nella prima metà del sec. XIII. Passa alla famiglia Monaldeschi la quale, tra la fine del '400 e gli inizi del '500, la trasforma in palazzo residenziale. Dai Monaldeschi passa nel '600 ai Doria Pamphilj e successivamente, nel 1970, il castello viene acquistato dal conte Balthasar Klossowski de Rota, pittore franco polacco famoso con il nome di Balthus. é tuttora proprietà degli eredi di Balthus.


GRAFFIGNANO - Il castello, nato originariamente come fortilizio militare a guardia del territorioe al transito delle carovane provenienti dalla vicina Umbria e dirette a Viterbo, risale al sec. XIII per opera di Simonetto Baglioni dei conti di Castel di Piero. La famiglia della Teverina lo tenne sino alla metà del sec. XVII quando venne acquisito dai Borromeo, e nel 1741 passò al principe Scipione Publicola Santacroce. Dopo essere stato proprietà della famiglia Bulgarini d'Elci il castello è oggi proprietà del Comune Graffignano. 

ROCCALVECCE - Nato originariamente come avamposto militare di Viterbo, il castello appare per la prima volta nelle cronache intorno all'anno 1210 con il nome di Rocca della vecchia, ed in seguito Rocca del Veccio. passa alla Famiglia Di Vico (1338) e agli inizi del sec. XV appartiene alla famiglia Gatti di Viterbo. Nel 1555 viene acquistato da Alberto Baglioni di Sipicciano rimanendo nelle mani della famiglia sino al 1642 quando viene ceduto a Prospero Costaguti la cui famiglia lo tenne per diversi secoli. Oggi è proprietà della famiglia di uno dei discendenti Afan de Rivera Costaguti.

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